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La disortografia

di snanis

Di cosa si tratta? Ecco alcuni metodi e strategie di intervento 

La disortografia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in particolare della scrittura che non rispetta regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto non imputabile alla mancanza di esperienza o a deficit motori o sensoriali.

Alla disortografia si affianca spesso la disgrafia che è un disturbo del ritmo neuromotorio della scrittura (nulla a che fare con la calligrafia) non sempre dipendente da altri disturbi specifici dell’apprendimento. I sintomi della disortografia possono essere omissioni di grafemi o parti di parola (es. pote per ponte o camicaper camicia), sostituzioni di grafemi (es. vaccia per faccia; pardeper parte), inversioni di grafemi (es. il per li; spicologia per psicologia).

La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici; essa si presenta con errori sistematici che possono essere così distinti:

Confusione tra fonemi simili:

Il soggetto confonde cioè i suoni alfabetici che si assomigliano, ad esempio F e V; T e D; B e P; L e R, ecc.

Confusione tra grafemi simili:

In questo caso il soggetto ha difficoltà a riconoscere i segni alfabetici che presentano somiglianza nella forma, ad esempio: b e p;

Omissioni

E’ frequente che il soggetto tralasci alcune parti della parola, ad esempio la doppia consonante(palla-pala); la vocale intermedia( fuoco-foco); la consonante intermedia (cartolina-catolina).

Inversioni

Questo tipo di errore riguarda le inversioni nella sequenza dei suoni all’interno della parole, ad esempio: sefamoro anziché semaforo.

La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un’organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita, da un processo lento nella simbolizzazione grafica.

Abilità di base particolarmente compromesse:• Difficoltà di linguaggio

• Scarse capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva.

• Organizzazione e integrazione spazio-temporale non ancora acquisita.

• Processo lento nella simbolizzazione grafica.

• Dominanza laterale non adeguatamente acquisita.

Gli errori più frequenti che il bambino disortografico compie nella lettura e nella scrittura sono:

• incapacità di distinguere lettere molto simili per la forma (‘m’ e ‘n’; ‘b’ e ‘d’; ‘p’ e ‘q’) o per il suono (‘d’ e ‘t’; ‘b’ e ‘p’);

• inversione di lettere (‘id’ per ‘di’; ‘lad’ per ‘dal’);

• omissione di lettere o sillabe nell’ambito di una parola (‘doni’ per ‘domani’);

• sostituzione di intere parole nel corso di una prova (‘auto’ al posto di ‘aereo’);

• mancanza di doppie;

• nella composizione libera il testo è breve, il vocabolario povero, la composizione di parole in frasi inadeguata e la punteggiatura carente.

Come si diagnostica la disortografia

La diagnosi di disortografia può essere effettuata solo alla fine del secondo anno della scuola primaria da uno psicologo e/o da un neuropsichiatra (solitamente affiancato da altre figure professionali, ad esempio il logopedista). Può essere fatto uno screening preliminare per sapere se sia necessario procedere con il vero e proprio iter diagnostico che comprende una valutazione testistica approfondita; questo perché, essendo ogni disortografico diverso dagli altri, è necessario avere una visione chiara del profilo caratteristico del ragazzo che individui tanto le aree di difficoltà quanto i punti di forza.

Come intervenire a scuola

Esistono per i disortografici, come per tutti coloro che mostrano disturbi dell’apprendimento programmi personalizzati da utilizzare a seconda del deficit manifestato dal bambino. Inoltre, possono essere usate delle strategie per gestire tale problematica:

• utilizzare un computer;

• utilizzare un dizionario per gli esami con domande saggio;

• usare compiti in cui si prediligono risposte brevi;

• dare più tempo nell’eseguire un compito.

É necessario in sostanza incoraggiare e supportare gli studenti ogni volta che raggiungono un traguardo. In questo modo si riesce a tenere alta l’autostima.

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