Il nostro ex concittadino Marsilio Masi ha nuovamente acceso la sua vena letteraria per redigere un nuovo romanzo dal titolo “Uroborus” che fa seguito a quello già pubblicato nell’anno appena passato “Nel cuore della badia” e già recensito su questo giornale.
Il titolo fa riferimento ad un simbolo che trae le sue origini nell’antichità ed è rappresentato da un serpente avvolto in cerchio che si morde la coda. Secondo le scienze esoteriche simboleggia la teoria del ciclo continuo, inarrestabile delle cose. Il protagonista, Anacleto barbanti, viene coinvolto suo malgrado in una serie di eventi delittuosi generati dal seme di una vendetta che affonda le sue radici nel tempo alla quale, però, sono legati ben altri scopi diretti principalmente all’ottenimento di una supremazia universale ed inconfutabile.
Quando tutto intorno a lui sembra trascinarlo sul bordo di un precipizio, troverà in un vecchio amico di gioventù un valido aiuto per dirimere questa intricata matassa prima di ritrovarsi a saltare inevitabilmente nel buio senza ritorno.
Che altro dire! La trama del romanzo è ben architettata e i suoi personaggi si muovono audacemente nel bel mezzo di un complicato intrigo che si snoda tra quelle strade che percorriamo abitualmente. Il succedersi delle azioni sviluppa una costante suspense e i momenti di tensione che vive il protagonista portano il lettore a rincorrere la fine della sua avventura.
Marsilio Masi