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Perché Frascati fu Bombardata?

di snanis

Perché Frascati fu bombardata? E’ questa la domanda più frequente che i giovani rivolgono a chi ne sa di più su questo argomento, che ha determinato la pagina più dolorosa, della sua storia, alla città e di cui ricorre quest’anno il 78° anniversario.

La risposta più semplice, ma forse più comoda è: Perché a Frascati c’era il Comando Generale tedesco del Teatro di guerra del Mediterraneo!

Ma fu davvero così, si può liquidare quella strage con questa definizione, vera, ma insufficiente? Per qualcuno essa basta a giustificare l’accaduto, non certo per i più curiosi e soprattutto per coloro che hanno pianto i morti ed ancora ne hanno memoria e rimpianto ed ora anche per la Storia con la S maiuscola.


Man mano che gli archivi delle varie nazioni belligeranti si apronoal mondo, qualche notizia diversa emerge dai cassetti ed i dubbi,già presenti, aumentano al punto che oggi gli storici e non solo quelli locali, ipotizzano come assai attendibile e quindi meritevole di approfondimenti il particolare della cosiddetta: guerra paralleladi Mussolini, che diede origine ai guai maggiori per l’Italia,poiché si andarono ad aggiungere ad una entrata in guerra, dopo la iniziale non belligeranza, avvenuta da impreparati.

Le vicende disastrose dei fronti aperti dall’Italia in Balcania, Grecia ed Africa, diedero l’opportunità, mascherata da aiuto necessario, ai tedeschi, di entrare in Italia con le loro divisioni e poi svolgere sul patrio suolo quello che gli italiani non potevano più fare e cioè fermare l’avanzata degli Alleati dopo il primo sbarco in Sicilia, ed al quale seguirono quelli di Salerno ed Anzio-Nettuno.


Il collegamento con bombardamento che ci interessa è conseguenziale essendo avvenuto su suggerimento di chi stava trattando per noi la resa, proclamata forzatamente da Eisenhower proprio quell’8 settembre alle ore 16 anticipando il messaggio di Badoglio registrato su disco già due giorni prima.

Quindi bombardamento sollecitato dai nostri generali, fu proposto per evitare di far allontanare il re, il governo ed il comando italiano dalla capitale e far arretrare più a Nord il comando tedesco e quindi agevolare lo sbarco di Salerno del mattino successivo.

Ai tedeschi, già pronti ad allontanarsi, non sembrò vero che diventasse così facile impadronirsi della capitale, difesa da ben sette divisioni italiane (sei fedeli al monarca) che avrebbero, in conseguenza dei patti collaterali alla resa siglati, dovuto attaccare il comando tedesco di Frascati. L’esercito, obbediente al re, con la sua fuga e senza un stato maggiore a guidarlo si sarebbe disperso,e Roma occupata, ed è quello che avvenne.

Seppure gli ex alleati tedeschi sospettassero fortemente l’abbandono italiano dal conflitto, dovettero dar credito alle parole del re, che proprio quella mattina dell’8 settembre, mentre i bombardieri americani erano in procinto di distruggere la nostra città, rassicurò il nuovo ambasciatore tedesco a Roma, in udienza di benvenuto, sulla fedeltà fino alla morte del popolo italiano alla Germania.

Tanti sono gli episodi e gli elementi che ormai si avviano ad una interpretazione diversa da quella raccontata dai protagonisti di allora, che hanno scritto tutto quello che hanno voluto ma solo in loro difesa e a giustificazione di quello che hanno fatto o, non hanno fatto e quindi mai confessando le verità che stannoemergendo a piccole dosi: l’Italia, incapace di essere al fianco della Germania, ne temeva la potenza militare e la prepotenza espansionistica e Mussolini, che certo non era uno stupido e ben a conscio della inefficienza del nostro esercito, si decise ad entrare in guerra per paura di Hitler aprendo, di fatto con la sua guerra parallela, al camerata tedesco, la porta sognata nei salotti hitleriani e ben nota al genero, Galeazzo Ciano che li frequentava, delle mire espansionistiche di allungamento fino al Mediterraneo (mare nostrum) del dominio tedesco che stava avvenendo in Europa. Meglio essere amici col prepotente alleato germanico che suoi avversari, per quell’Italietta che in vero non era la potenza che voleva apparire. Chi ne fece le spese di tutto ciò fu il Bel Paese ed in particolare, nel suo unicum dal punto di vista storico, riferendosi al suo primo bombardamento Frascati, divenuta vittima sacrificale, col destino ormai segnato da un nemico-liberatore che rastrellò, da fondo a cima l’Italia, sottoponendola ad oltresettemila bombardamenti …sulla popolazione.

Anche quest’anno celebreremo la ricorrenza come annunciato nel banner affisso sotto il Palazzo Municipale e sul giornalino della Pro Loco. A farsene carico sono state alcune associazioni di Frascati che si sono unite in collaborazione e che oltre alle consuete cerimonie ufficiali della Santa Messa delle 10 e della deposizione della corona al monumento alle vittime civili alle 18, stanno predisponendo un ricco programma di accompagnamento con mostre di cimeli, quadri, mezzi d’epoca del VV.F. e foto, con l’ indicazione, mediante coccarde, dei punti dove erano i ricoveri pubblici più significativi, una rievocazione della mattinata di quell’8 settembre 1943 recitata come un diario, dalle 11,45 in poi e l’accensione di un cero in suffragio delle vittime alle 12,30 da parte del Commissario Straordinario Dott.sa Raffaela Moscarellacon accompagnamento musicale, di canto e figuranti in rappresentanza dei Rioni di allora, per finire alle 20 con la proiezione di un filmato sul tema. Queste attività di complemento si effettueranno in P.za San Pietro, C.so C. Battisti e P.za Roma.

Partecipare alle cerimonie e quindi onorare le vittime è un dovere civico che serve a non dimenticare d insegnare a lottare in ogni modo affinché quanto accaduto non avvenga mai più!  

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